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Aggiornato al 14-10-2020|
Aspetti fiscali immobiliari

Comodato d'uso oneroso: cos'è e come funziona

Quante volte abbiamo sentito la definizione di comodato d'uso? Anche per i beni immobili è possibile! Per stabilire questo contratto è necessario conoscere alcuni aspetti che possano facilitare la procedura!

comodato d uso oneroso

Quando si parla di comodato uso, si fa riferimento a diverse tipologie di questo contratto.

Se si parla di beni immobili come in questo caso, è fondamentale capire quante forme di comodato d'uso esistono, in modo tale da fare chiarezza sul tema. 

Si deve necessariamente distinguere tra comodato d’uso gratuito e comodato d’uso oneroso

Ma che differenze ci sono?


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Il comodato d’uso gratuito è la possibilità di concedere ad una persona di abitare all’interno della proprietà senza dover corrispondere un canone mensile.

Invece, il comodato d’uso oneroso è un altro tipo di contratto, che dà la possibilità di chiedere a colui che usufruisce dell’immobile di un onere economico.

Il comodato d’uso oneroso, non è in nessun modo da confondere con il contratto di locazione.

Ora ti spiego perché..

Cos’è il comodato d’uso oneroso

Il comodato d’uso oneroso, secondo una formula dell’articolo 1803 del Codice Penale, è un contratto che permette al proprietario dell’immobile di concedere l’utilizzo dell’immobile in questione ad un altro soggetto. In questo tipo di contratto, le due parti prendono il nome di comodante e comodatario.

In questo caso, il proprietario chiede un contributo per le spese, come ad esempio la quota condominiale o il pagamento dell’IMU, ma sempre e comunque inferiore rispetto alla somma dovuta per un contratto di locazione. 

Questa particolare tipologia di contratto viene utilizzato di solito tramite soggetti fidati o conoscenti che decidono individualmente la durata di tale contratto.

Ma come funziona?

*modulo

Come funziona il comodato d’uso oneroso

Dopo aver compreso cosa sia il comodato d’uso oneroso e che differenza c’è rispetto a quello gratuito, posso spiegarti come funziona effettivamente il comodato d’uso oneroso. 

Questo contratto è di tipo reale, cosa vuol dire? Vuol dire che si conclude nel momento della consegna reale del bene. 

Come abbiamo detto i due soggetti decidono autonomamente la durata di questo contratto. Possono esserci due situazioni differenti:

-i soggetti fissano una durata al contratto, chiamata così a tempo determinato e alla scadenza del periodo previsto il comodatario deve assolutamente restituire l’immobile al proprietario.

-le due parti non fissano una durata e quindi una scadenza precisa, definendo il contratto comodato precario e il comodatario deve liberare l’immobile nel momento in cui il proprietario lo richiede.

Comodato d’uso oneroso tassazione

Il comodato d’uso oneroso può essere stabilito in forma scritta o in forma verbale. Le due forme di tale contratto presentano delle implicazioni diverse: se il contratto è in forma scritta è necessaria sempre la registrazione, mentre se il contratto è in forma verbale, non sempre viene richiesta la registrazione ma solo nel caso in cui venga citato in un altro atto per il quale vige l’obbligo di registrazione. 

Ma come avviene la registrazione e quanto costa?

Comodato d’uso registrazione

Nel caso, come abbiamo affermato in precedenza, le due parti stipulino il contratto in forma scritta, è necessaria la registrazione presso l’Agenzia delle Entrate.

La registrazione deve avvenire entro 20 giorni dalla stipula del contratto e prevede che venga versata:

-imposta di registro di €200;

-imposta di bollo di €16 per ogni quattro facciate scritte. 

Al momento della registrazione, è necessario consegnare tre copie del contratto, ognuna con le relative marche da bollo. 

*ctaebook

Comodato d’uso fac simile

Il contratto di comodato d’uso prevede che venga decisa una data per il versamento del corrispettivo stabilito, tale per cui, al minimo ritardo il comodante può richiedere la restituzione dell’immobile ed eventuali risarcimenti. 

Il contratto deve assolutamente contenere tali informazioni:

-Generalità delle parti (comodante e comodatario);

-Durata del contratto;

-Somma pattuita;

-Rinvio alla legge per quanto non disposto nel contratto.

 Revoca del comodato d’uso oneroso e mancata restituzione dell’immobile

Come affermato precedentemente, dopo aver stabilito il contratto e la scadenza, può verificarsi una situazione complicata. Alla scadenza prefissata, non viene restituito il bene come previsto. 

Cosa bisogna fare in questi casi?

In questi casi l’occupazione diventa occupazione senza titolo con il conseguente risarcimento dei danni al proprietario.

Ma come si quantifica il danno?

La Corte di Cassazione ha affermato che il danno subito dal proprietario non ha bisogno di dimostrazione dell’esistenza, in quanto basta dimostrare la mancata riconsegna. Ne consegue che il risarcimento viene valutato in base al danno figurativo pari al valore locativo dell’immobile.

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